Il bucato domestico diventa più comodo ed efficiente: prodotti per il lavaggio in grado di affrontare qualsiasi tipo di sporco, lavatrici maneggevoli. Ma fare il bucato è solo metà dell’opera: bisogna asciugarlo in qualche modo.
Rapidamente “in funzione”
Un’asciugatrice, come qualsiasi altro elettrodomestico, consuma energia. Il che significa che lo consuma più o meno economicamente. Per una valutazione oggettiva del consumo di energia, esistono criteri standard sviluppati in ambito CEE. Questi dati sono calcolati utilizzando una scala comune e consentono di confrontare i modelli di diverse aziende e paesi.
Il consumo energetico varia dalla classe A alla G. Con A per i migliori risultati, basso consumo, e G per alto consumo. Il dato in kWh corrisponde alle letture di prova basate sul programma di “asciugatura del cotone” e al contenuto di umidità residua per la “conservazione in armadio”. La classe di efficienza energetica C è quella più frequentemente indicata sull’etichetta. E la differenza di consumo tra questa e la Classe G è di circa 0,3 kWh per 1 kg di biancheria.
Un fattore importante che influisce sul consumo energetico è la condizione in cui il bucato entra nella macchina: in altre parole, è diverso se lo si centrifuga a 800 o a 1600 giri/min. Tra l’altro, quest’ultima velocità consente di asciugare un terzo più velocemente e quindi di risparmiare energia.
Mi chiedo se le asciugatrici automatiche siano davvero in grado di eliminare completamente l’umidità dai vestiti. Sebbene abbiano un serbatoio per raccolta dell’acqua, potrebbe rimanere una piccola quantità di umidità che potrebbe causare macchie. Qualcuno ha avuto esperienze negative con l’utilizzo di asciugatrici automatiche? Penso che sia importante valutare attentamente prima di investire in una.
Cosa significa esattamente “un piccolo serbatoio può lasciare una macchia di umidità” quando si parla di asciugatrici automatiche? Come può un serbatoio causare umidità durante il processo di asciugatura?