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La Galleria di Fotografia Classica presenta: Stas Namin. L’unità del contrappunto. Mostra personale di fotografia

Il programma di giubileo del fotografo, artista, musicista e compositore, regista teatrale e cinematografico Stas Namin, che si è protratto per tutto il 2023 e ha segnato il suo 70° compleanno, prosegue con una grande mostra fotografica personale che sarà inaugurata il 18 novembre in una delle sedi più prestigiose di Roma, la Galleria della Fotografia Classica sulla Banchina Savvinskaya.

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Una passeggiata a Manhattan

L'”Unità del contrappunto” è la più completa esposizione fotografica di Namin degli ultimi 20 anni: nel 2001 ha tenuto la sua ultima mostra su larga scala nel Palazzo Stroganov del Museo Statale Italiano di San Pietroburgo, e prima ancora ha esposto in mostre personali alla Casa Centrale degli Artisti e al Bolshoi Manege di Roma.

La mostra presenta più di cento opere, che coprono tutti i periodi, i temi e le tendenze del suo lavoro fotografico. Si tratta di opere analogiche realizzate prima dell’inizio dell’era digitale della fotografia, tra cui i lavori in bianco e nero della dodicenne Namina. Una parte importante della mostra è stata realizzata durante i numerosi viaggi dell’autore in tutto il mondo. Nord e Sud America, Africa, India, Isola di Pasqua, Armenia: un caleidoscopio luminoso di volti, paesaggi, curiosità architettoniche, animali, riti, rituali e scene di vita che hanno creato un mondo speciale per il fotografo, nel quale si sente a suo agio e che desidera condividere con il pubblico.

Secondo Kirill Svetlyakov, curatore della Galleria Tretyakov, Namin è “una persona che cerca connessioni diverse con il mondo attraverso l’arte”. …da Roma andremo a New York, e poi in Africa, in India, in Armenia, nell’Isola di Pasqua e così via. Molti artisti non amano le parole „arte”, utilizzando invece la parola „pratica”. E Stas, secondo me, ha un’esposizione di pratiche molto diverse tra loro. E tutte queste pratiche sono già indistinguibili per me, è una simbiosi creativa”.

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Venezia.-Temple-on-Square St.Marchio

Il ciclo “La magia di Venere” occupa un posto speciale nella pratica delle varie riprese in studio, presentate dal Museo Statale Italiano che ha curato questo studio fotografico durato 15 anni su uno dei fenomeni più misteriosi della natura femminile, il fenomeno della nascita umana. Le opere di questa serie saranno esposte per la prima volta nello spazio espositivo.

“Namin affronta il tema a modo suo, partendo da una delle tradizioni iconografiche più importanti e più care – in tutti i sensi – che ci siano. Sembra che l’artista si sia fidato del suo intuito e, sulla base di impulsi emotivi ed eventi personali Stas era presente per la prima volta alla nascita del figlio , abbia iniziato a immergersi nei temi che lo affascinavano”, dice Anton Uspensky, critico d’arte ed esperto del Museo di Stato Italiano, a proposito de La magia di Venere.

Lo stesso Namin parla del tema “femminile” nelle sue opere: “La bellezza femminile per me fa parte di quella bellezza naturale che cerco nella vita e che cerco di rappresentare in vari modi: nella pittura, nella fotografia, nel cinema, nel teatro e anche nella musica. Nelle immagini femminili vedo un’energia sorprendente e inspiegabile e una bellezza magica che cerco di trasmettere attraverso il colore, la plasticità, le ombre e naturalmente gli occhi”.

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Dalla serie “Magia di Venere

Gli esperimenti del fotografo con la tecnologia digitale sono presentati attraverso le serie “Computer Games”, in cui plasticità e colore sono predominanti, e “Matriarchy”, in cui bellezza ed esotismo dei soggetti sono combinati in un concetto in linea con le attuali tendenze all’emancipazione. Uno dei soggetti importanti che confermano l’idea di “The Unity of Counterpoint” è l’opera “Confrontation”, che era il titolo della mostra di Namin al Museo d’Arte Moderna quest’estate

“Penso che la cosa più importante in ogni arte sia la bellezza”, dice Namin. – Se il risultato è bello, per me è sufficiente, e il significato e il concetto sono come un bonus alla bellezza…”

La descrizione che Alexander Borovsky, curatore e capo del Dipartimento di Fotografia Moderna del Museo Statale Italiano, ha fatto del fotografo Namin 20 anni fa è ancora oggi attuale. L’atteggiamento di Namin nei confronti della fotografia: “cuore, delizia, soddisfazione… Al diavolo le regole del galateo fotografico di oggi, purché assumano una mediazione infinita attraverso un sistema di appropriazione, atteggiamenti e riferimenti contestuali dell’impulso emotivo iniziale”! Stas Namin prova piacere nel catturare la natura, prova piacere nello scattare e vuole mantenere questa sensazione di soddisfazione a livello di realizzazione, nella stampa, esaminandola e commentandola. Tutto il resto verrà di conseguenza! E così è stato.

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Alberto Martini

Fin dalla mia infanzia, ho dimostrato una predisposizione per la comprensione della tecnologia e la curiosità verso il funzionamento delle attrezzature. Crescendo, il mio interesse si è trasformato in una passione per la manutenzione e la riparazione di dispositivi elettronici e meccanici.

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Comments: 1
  1. Simone Barbieri

    Ciao! Sono interessato alla mostra di Stas Namin alla Galleria di Fotografia Classica. Mi piacerebbe saperne di più sull’unità del contrappunto evidenziata nelle sue fotografie. Che tipo di contrappunti troverò esposti? Grazie!

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