Quando diciamo che è giunto il momento di un’innovazione rivoluzionaria che renda le funzioni della fotocamera molto più semplici e intuitive da usare, ci riferiamo a ciò che Olympus ha fatto con la SP-100EE.

La fotocamera compatta Olympus SP-100EE
16 Megapixel 24-1200 mm 50x 3″ NUOVO
Il modello in sé non è nulla di straordinario. Lo zoom da 50 carte non è più una sorpresa e i comandi ergonomici della testa e della mano sono diventati scontati, così come il Wi-Fi. Lo schermo non è appariscente, non ha un meccanismo di inclinazione e non è sensibile al tocco. Certo, il mirino non è enorme, ma è nitido e reattivo e merita le sue lodi. È mutuato dai membri più piccoli della serie di fotocamere di sistema O-MD. La velocità dell’otturatore, i controlli manuali dell’esposizione e della messa a fuoco e una serie di controlli avanzati sono caratteristiche che un rappresentante di prim’ordine della classe ultra-zoom dovrebbe avere.
Ma nessuno, a parte Olympus, ha pensato di utilizzare un mirino collimatore per il puntamento nelle fotocamere con una lunga gamma di lunghezze focali! Individuare e seguire un soggetto in movimento distante con un angolo di campo estremamente ridotto non è affatto un compito facile, e lo è ancora di più per un ultra-zoom compatto. L’assenza di uno schermo o di un mirino elettronico facilita il compito, perché il fotografo può vedere solo il campo visivo alla volta e tutto quello che c’è intorno viene oscurato. I mirini collimatori, ripiegati in modo compatto in un supporto per torcia a scomparsa, consentono di vedere l’intera area davanti alla fotocamera e, allo stesso tempo, di mirare all’oggetto proiettando un indicatore luminoso sul vetro del mirino. Certo, un ritaglio accurato ne risente, ma l’immagine potrebbe essere più pulita e riorganizzata in modo più adeguato già in fase di editing. L’importante è che il soggetto sia sicuramente nell’inquadratura.